Brancaleone da Norcia, Cavaliere di ventura alla conquista dello Santo Sepolcro, ad egli la Morte non fa paura.
Branca, Branca, Branca, Leon, Leon, Leon, Fiii... Bum!
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Brancaleone - "Ecco cos'era lo nero periglio che vien da lo mare!!"
"E voaltri, voaltri ignominiosi, come osaste restar vivi tra cotanti morti? Chi vi dette tanto infame coraggio?
Impiccata - "Et ora pendoliamo fianco a fianco come morte foglie, e lo vento benevolo a tratti un po' ci ravvicina".
Brancaleone - "Né voglio vedere lacrime, né indugi, né mi dicere volemo restare con te, volemo combattere, volemo questo e volemo quello... " [mentre tutti i compagni fuggono senza badargli]
Brancaleone - "Fatevi sotto, fatevi sotto ché non temo anco se arrovesciato!" [mentre combatte appeso per il piede]
Gregorio - "Lo vostro Papa dice: pappate, pappate senza tema, ché forse li doni saranno più graditi allo santo cui furono destinati se essi serviranno a satollare otto cristiani affamati."
Santo Colombino - "E qual mai potria esse lo meo iudicio che da qua suso ommeni terragni tutti ugualmente brutti io contemplo?
Brancaleone - "Sono impuro. Eh eh! Bordellatore insaziabile, beffeggiatore, crapulone, lesto di lengua e di spada, facile al gozzoviglio... fuggo la verità e inseguo il vizio!"
Panigotto da Vinegia - "Un sol grido un solo idioma: scapoma!"
Brancaleone - "A tuo ammaestramento. Sai tu qual sia, in questa nera valle, la risultanza di ogni sforzo e sacrifizio umano? Calci, nel deretano."
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VEDOVA: Divino amore mio, amore mio. Cuccurucu cuccurucù. Sulla mandola lo meo canto s'invola. Cuccurucù.
VEDOVA: Cuccurucù...
BRANCALEONE: Cuccurucù...
VEDOVA: Godiamo, pecchiamo. Che è la morte? Che ci resta da vivere? Mordi.
BRANCALEONE: Ho fame di baciare. Vieni, dove fuggi?
VEDOVA: Dammiti prendimi, prendimi e dammiti. Cuccurucù.
BRANCALEONE: Cuccurucù, prendimi e dammiti, godiamo e pecchiamo, cuccurucù cuccurucù. La tua pelle avvampa. Febbre d'amore? Anch'io lo voglio.
VEDOVA: No, su quello letto no.
BRANCALEONE: Lo perché? Dammiti prendimi cuccurucù...
VEDOVA: No, vi morì lo meo marito.
BRANCALEONE: Ulla, quando?
VEDOVA: Iere.
BRANCALEONE: Iere? Di che malanno?
VEDOVA: Come di che malanno? De lo gran morbo che tutti ci piglia: la peste!
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Longo è lo cammino
ma grande è la meta
Contro il saracino
seguiamo il profeta
vade retro Satàn
vade retro Satàn
vade retro Satàn
Longo è lo cammino
ma grande è la meta
vade retro Satàn
vade retro Satàn
vade retro Satàn
Contro lo Sarracino
seguiamo il profeta!
vade retro Satàn
vade retro Satàn
vade retro Satàn
Seguo il profeta
la nostra cometa
vade retro Satàn
vade retro Satàn
vade retro Satàn
Senza armatura
senza paura
senza calzari
senza denari
senza la brocca
senza la gnocca
senza la mappa
senza la pappa
senza cavallo
né caciocavallo
vade retro Satàn
vade retro Satàn
vade retro Satàn....
Grande Naba.
Non ci sono altre parole.
CIAUZZZzzz...
Uno dei miei film preferiti!! Branca branca branca!! Leon leon leon... fi..pum!!
e quando combattono lui con l'altro cavaliere che alla fine abbattono l'albero?! ahah :lol:
Bella Nab.!!!!!!
da dove la hai trascritta? :)
E' che prima si parlava di morte e a me è venuto in mente il Brancaleone di Mario Monicelli quando dialoga con la Morte. Brancaleone tergiversa e fa di tutto affinchè la sua ora sia rimandata il più tardi possibile, come il personaggio principale nel film il Settimo Sigillo di Ingmar Bergman. I testi dei dialoghi, che reputo a mia memoria straordinari e bellissimi non li ho trovati sul web ma alcune cose attinenti ad essa invece sì. Brancaleone dice di non temerla, e la cerca in battaglia con spavalderia ma come tutti i mortali una volta al suo cospetto se ne intimorisce. Lirico e satirico. Un mito.
Naba hai citato uno dei miei film italiani preferiti. è geniale! anche io un tempo sapevo a memoria un pò di dialoghi, mitico.
«Ah... la milza!» — «No, ivi ci sta lo fegato.» — «Ah sì? Spesso mi dole.» — «Bollitura di cetosella, finocchio... zolfone... malva... tutto insieme... Bere a digiuno!» — «Bono remedio?» — «Eh... ti ribolle dentro come sciacquare una botte, poi per lo dietro ti esce uno gran foco... e tu sei guarito!»
Hahahaha Pp! Bellissimo, l'avevo dimenticato! Leggevo che durante la stesura dei dialoghi, ancora non avevano trovato che lingua dovessero parlare i personaggi ma finalmente Monicelli dette un'idea geniale: il latino maccheronico mescolato al laziale con i contorni di un'italiano decadente. Una miscela esplosiva dal sapore grottesco ma efficace come doveva essere nel film. Gassmann ha dato il meglio di se riunendo nella recita il drammatico e la farsa e gli altri attori sono stati non da meno. Memorabile nella storia del nostro cinema!