'Bulli' ha 60 anni ma non li dimostra affatto

Volkswagen ha celebrato ad Hannover con una fe­sta di tre giorni, a inizio ottobre, i 60 anni di pro­duzione del suo veicolo utilitario tanto noto e ap­prezzato che da tempo, in Germania, è stato amo­revolmente battezzato “Bulli”. Ad occupare una superficie di 108.000 m2 sono arrivati circa 5000 veicoli di ogni età, formando un’esposizione che ha richiamato 71.000 visitatori.

HANNOVER - Se non ci fosse la prova (lo schizzo sulla pa­gina di un’agenda, conservata come una re­liquia) si potrebbe pensare che è una leg­genda: l’idea di fare questo utilitario, quan­do VW costruiva solo Maggiolini, è venuta a Ben Pon, allora importatore della marca in Olanda. Aveva visto in fabbrica uno stra­no veicolo (chiamato Plattenwagen), adat­tato da un telaio di Maggiolino, che servi­va a trasportare oggetti ingombranti: non solo motore e trazione erano posteriori, sta­va dietro anche il conducente. Da quell’i­dea e da quello schizzo era nato il primo Transporter, il T1, dapprima come furgone, subito dopo anche come camioncino e bus. Un successo enorme, con la produzione ol­tre che in Germania portata pure in Austria, Sudafrica, Messico e Brasile. Particolarmen­te apprezzato, dai giovani della generazio­ne dei “figli dei fiori” e dei Beatles, il bus pa­noramico, con vetrate anche sugli angoli del tetto. Spazioso, economico, facile da ripa­rare, soprattutto in USA veniva spesso di­pinto con motivi sgargianti e usato non per scopi commerciali, ma per le famiglie e il tempo libero.

Ora, con il T5, siamo alla quinta generazio­ne. T1, T2 e T3 hanno mantenuto il “tutto dietro” con raffreddamento ad aria, solo nel 1990, con il T4, si è passati al motore raffred­dato ad acqua anteriore e alle ruote ante­riori motrici. Oggi, con dimensioni cresciu­te, la gamma comprende sulla stessa base furgoni, combi, modelli con piano di cari­co e altri perfino lussuosi dedicati al traspor­to di persone, chiamati Caravelle. Motori diesel più potenti possono venire affianca­ti dalla trazione integrale 4Motion, con ri­partizione Haldex della coppia e bloccag­gio elettronico differenziale. Per il suo seg­mento VW copre il 50% del mercato tede­sco, oltre il 25% di quello europeo. L’idea di organizzare, per i 60 anni di produzione, un raduno ad Hannover (dov’è lo stabilimen­to di VW Veicoli Utilitari) ha avuto un suc­cesso che è andato oltre le più rosee previ­sioni. Si attendevano circa 3.000 “Bulli”, ne sono arrivati quasi 5.000, da ogni parte d’Europa e perfino da oltremare, di ogni se­rie, da T1 a T5. Il più vecchio, un T1 di 57 anni, è arrivato su strada dalla Danimarca, quello che ha effettuato il percorso più lun­go (2.587 km, in 36 ore) dalla Russia.

Molti i veicoli trasformati per gli usi più di­sparati: camper, negozio o officina mobile, gelateria, portatori di potenti stereo per fe­ste campestri e così via. Impressionante uno “stretch-Bulli”, lungo quasi otto metri. Un altro proprietario si è costruito un rimor­chio, identico nelle forme al “Bulli” che lo traina.

Non sono mancati i modelli “truccati”: pa­recchi, già T1, T2 e T3, hanno modificato i motori montando batterie di carburatori a doppio corpo, altri hanno adottato i 4 cilin­dri delle Porsche 356. Fino ad elaborazioni davvero sensazionali: il proprietario (sviz­zero) di un T5 camioncino ha installato in posizione centrale, sotto al piano di carico, il motore otto cilindri di una Audi A8, un al­tro ha sostituito il motore VW con quello di una attuale Porsche Turbo.

Ovviamente sono stati premiati i veicoli più belli e particolarmente originali, e specia­le attrazione, sul grande palco al centro del­l’area fieristica di Hannover, la sera del sa­bato il concerto del gruppo “The Who”, an­che quello, come il “Bulli”, già leggenda.