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E mo chiedo spiegazioni.
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E mo chiedo spiegazioni.
ugah?
what's up? Who is Catone? What's the meaning of Censore?
MARCO PORCIO CATONE (DA WIKIPEDIA)
Nacque in un'antica famiglia plebea, che si era fatta notare per qualche servizio militare, ma non nobilitata dal fatto di aver rifiutato le più importanti cariche civili. Fu allevato, secondo la tradizione dei suoi antenati latini, perché divenisse agricoltore, attività alla quale egli si dedicò costantemente quando non fu impegnato nel servizio militare. Ma, avendo attirato l'attenzione di Lucio Valerio Flacco, fu condotto a Roma, e divenne successivamente questore (204), edile (199), pretore (198) e console nel 195 percorrendo tutte le tappe del "cursus honorum" assieme al suo vecchio protettore; nel 184 divenne infine censore.
Durante i suoi primi anni di carriera si oppose all'abrogazione della lex Oppia, emanata durante la seconda guerra punica per contenere il lusso e la stravaganza da parte delle donne. Nel 204 a.C. prestò servizio in Africa, come questore con Scipione l'Africano ma lo abbandonò dopo un litigio a causa della sua presunta stravaganza. Egli comandò invece in Sardegna, dove per la prima volta mostrò la sua rigidissima moralità pubblica, e in Spagna, che egli assoggettò spietatamente, guadagnando di conseguenza la fama di trionfatore (194).
Nel 191 a.C. ricoprì il ruolo di tribuno militare nella guerra contro Antioco di Siria, e giocò un ruolo importante nella battaglia delle Termopili, che segnò la fine dell'invasione seleucida della Grecia.
L'opera pubblica [modifica]
La sua reputazione di soldato era quindi consolidata; da quel momento in poi egli preferì servire lo stato a casa, esaminando la condotta morale dei candidati alle cariche pubbliche e dei generali sul campo. Pur non essendo egli personalmente coinvolto nel processo per corruzione contro gli Scipioni (l'Africano e l'Asiatico), fu tuttavia lo spirito che animò l'attacco contro di loro. Persino Scipione l'Africano, che si rifiutò di rispondere all'accusa, affermando solo: "Romani, questo è il giorno in cui io sconfissi Annibale", venendo assolto per acclamazione, trovò necessario ritirarsi, auto-esiliandosi, nella sua villa a Liternum. L'ostilità di Catone risaliva alla campagna d'Africa quando discusse con Scipione per l'eccessiva distribuzione del bottino tra le truppe, e la vita sfarzosa e stravagante che quest'ultimo conduceva.
Catone si oppose inoltre al diffondersi della cultura ellenistica, che egli riteneva minacciasse di distruggere la sobrietà dei costumi del vero romano. Fu nell'esercizio della carica di censore che questa sua determinazione fu più duramente esibita, e il motivo dal quale gli derivò il suo celebre soprannome. Revisionò con inflessibile severità la lista dei senatori e degli equites, cacciando da ogni ordine coloro che riteneva indegni, sia per quanto riguarda la moralità sia per la mancanza dei requisiti economici previsti. L'espulsione di Lucio Quinto Flaminio per ingiustificata crudeltà fu un esempio della sua rigida giustizia.
La sua lotta contro il lusso fu assai serrata. Impose una pesante tassa sugli abiti e gli ornamenti personali, specialmente delle donne, e sui giovani schiavi comprati come concubini o favoriti domestici (quindi superflui). Nel 181 a.C. appoggiò la lex Orchia (secondo altri egli prima si oppose alla sua introduzione, e successivamente alla sua abrogazione), la quale prescriveva un limite al numero di ospiti in un ricevimento, e nel 169 a.C. la lex Voconia, uno dei provvedimenti che intendevano impedire l'accumulo di un'eccessiva ricchezza nelle mani delle donne.
Riguardo le altre questioni egli fece riparare gli acquedotti, pulire le fognature, impedì a soggetti privati di deviare le acque pubbliche per il loro uso personale, ordinò la demolizione di edifici che ostruivano le vie pubbliche, e costruì la prima basilica nel foro vicino alla Curia (Livio, "Historiae", 39.44; Plutarco, "Marcus Cato", 19). Aumentò inoltre la somma dovuta allo stato dai pubblicani per il diritto di riscuotere le tasse e allo stesso tempo diminuì il prezzo contrattuale per la realizzazione di lavori pubblici.
Dalla data della sua carica di censore (184 a.C.) alla sua morte nel 149 a.C., Catone non occupò nessun'altra carica pubblica, ma continuò a distinguersi in senato come tenace oppositore ad ogni nuova influenza. Fu assai disgustato, assieme a molti altri dei romani più conservatori, alla diffusione dei riti misterici dei Baccanali, che egli attribuì all'influenza negativa dei costumi greci; e perciò sollecitò con veemenza l'espulsione dei filosofi greci (Carneade, Diogene lo Stoico e Critolao), che erano giunti come ambasciatori da Atene, sulla base della pericolosa influenza che avevano le idee diffuse da questi.
Catone provava ripugnanza per i medici, che erano principalmente greci. Ottenne il rilascio di Polibio, lo storico, e dei suoi compagni prigionieri, chiedendo sprezzante perché il senato non avesse niente di più importante da discutere se qualche greco doveva morire a Roma o nella loro terra. Non era ancora ottantenne che, secondo quanto dicono le fonti biografiche, ebbe il suo primo contatto con la letteratura greca, sebbene dopo aver esaminato i suoi scritti è verosimile ritenere che possa aver avuto un contatto con le opere greche per gran parte della sua vita.
Il suo ultimo impegno pubblico fu di spronare i suoi compatrioti verso la terza guerra punica e la distruzione di Cartagine. Nel 157 a.C. fu uno dei delegati mandati a Cartagine per arbitrare tra i cartaginesi e Massinissa, re di Numidia. La missione fu fallimentare e i commissari ritornarono a casa. Ma Catone fu colpito dalle prove della prosperità dei cartaginesi a tal punto da convincerlo che la sicurezza di Roma dipendesse dalla distruzione totale di Cartagine. Da quel momento egli continuò a ripetere in Senato: "Ceterum censeo Carthaginem esse delendam." (Per il resto ritengo che Cartagine dev'essere distrutta. - Plutarco, Vita di Catone). È noto che egli ripeteva ciò alla conclusione di ogni suo discorso.
La visione della società [modifica]
Per Catone la vita individuale era un continuo auto-disciplinarsi, e la vita pubblica era la disciplina dei molti. Egli riteneva il singolo pater come il principio della famiglia, e la famiglia come il principio dello stato. Attraverso una rigida organizzazione del suo tempo egli realizzò un'enorme quantità di lavoro; pretese inoltre la medesima applicazione dai suoi dipendenti, e si dimostrò un marito e un padre severo, un inflessibile e crudele padrone. Ci fu apparentemente poca differenza, nel modo in cui trattava sua moglie e i suoi schiavi; il suo orgoglio soltanto lo indusse a prestare una più calorosa attenzione verso i figli.
Per i romani stessi ci fu poco nella sua condotta che sembrasse necessario censurare; fu sempre rispettato e considerato come un esempio tradizionale degli antichi e più genuini costumi romani. Nel notevole passo (XXXIX, 40) in cui Livio descrive il carattere di Catone, non c'è alcuna parola di biasimo per la rigida disciplina della sua condotta domestica.
L'opera letteraria [modifica]
Catone forse merita ancora più riguardo come letterato che come statista o soldato. Egli fu un annalista, il primo prosatore romano di una qualche importanza e il primo autore di una storia di Roma in latino. Il suo trattato sull'agricoltura (De agri cultura o De re rustica) è l'unico suo lavoro che ci è pervenuto integro, anche se non c'è accordo se l'opera che possediamo sia l'originale o una revisione postuma. Contiene una raccolta di regole per il buon padre di famiglia, consegnandoci molte informazioni curiose sulle abitudini domestiche dei romani della sua epoca. Contiene inoltre i testi e le spiegazioni di alcune ricette dell'epoca. La sua opera più importante, le Origines, organizzata in sette libri, racconta la storia di Roma dalla fondazione fino ai suoi tempi. Fu chiamata così per il secondo e il terzo libro, che descrivono la nascita e lo sviluppo delle diverse città italiane. Alcuni sostengono che, se non fosse stato per il suo impatto sulla prosa latina, la lingua latina sarebbe potuta essere sostituita da quella greca.
I suoi discorsi, dei quali più di 150 furono raccolti, erano principalmente diretti contro le maniere troppo "libertine" dei giovani e la nobiltà priva di principi dell'epoca. Egli scrisse inoltre una raccolta di massime per l'educazione del figlio (Praecepta ad Filium) e una semplice storia di Roma, sempre per i suoi figli, oltre a qualche regola per la vita di ogni giorno in versi (Carmen de moribus).
Le collezioni di proverbi (Disticha Catonis e Monosticha Catonis), scritte in esametri, probabilmente risalgono al IV secolo dopo Cristo e furono erroneamente attribuite a Catone.
Eh... uomini così han buttato via lo stampo...
Peccato!
Boyz, vi siete dati da fare e me ne rallegro ma purtroppo devo dire che nonostante i vostri sforzi non ci avete azzeccato un bel niente.
Trattasi che mi sono accorto che nel sistema di postaggio è stato inserito un majordomo che censura alcune parole come c a z z o (lo scrivo così altrimenti nel messaggio sarà visualizzato "BIP" - esattamente come il tono di censura che si usa nelle broadcasting per occultare una frase detta) - ora il termine che è stato inserito nel vocabolario moderno quale intercalare della lingua italiana risulta a tutti gli effetti facente parte della lingua parlata, ma qui ho scoperto che da poco nel forum è stato inserito un trick per censurare alcuni vocaboli che possono rivelarsi volgari. A mio giudizio, visto che siamo grandi e vaccinati, possiamo prenderci la reponsabilità della paternità di ciò che scriviamo, e reputo assai impositivo un meccanismo di censura che non tiene conto di un vocabolo che risulterebbe essere interpretato vilipendioso o meno a seconda di come è esso usato nello scritto. Non è mia abitudine fare il provò, ma questo genere di atteggiamento dittatoriale mi fa incazzare. Già in passato ho notato che alcuni scritti da me postati erano stati MANIPOLATI, alterando il senso del discorso, ma invece che chiedere spiegazioni a Staff sono stato zitto per il cheto vivere. Ma ciò non toglie che gli episodi a me capitati mi hanno fatto diventare furibondo, perchè non ammetto ingerenze arbitrarie da chi si erge a suo piacimento CENSORE contro quello o contro quell'altra persona senza prima dare nessuna spiegazione. A me l'inganno non mi piace per niente e se c'è qualcosa da discutere se ne discute prima, non dopo aver manipolato a mia insaputa un testo che dice una cosa mentre poi ne viene sfalsato il contenuto e il ragionamento. Come se io dovessi redigere un testo e il capo redattore me lo copia e manipola il mio scritto sconvolgendo il senso del discorso. Comunque, al di lè del fatto delle manipolazioni di testo, se vengono introdotte novità sarebbe giusto discuterne prima senza poi diversi confrontare con situazioni a dir poco imbarazzanti per tutti. Credo di essere stato chiaro e pulito nel linguaggio e temo che Staff non sia nemmeno al corrente di quanto è successo in passato e di quanto introdotto ida poco tempo. Fine del messaggio.
cazzo!
belin è vero..............mica mai me ne ero accorto!!!!!!!!!!
però per gli attributi femminili non funziona ahahahahahahaha!!!!!!!!!!
Si si è da una settimana che esiste sto KUTSO (si legge ca.zzo) che censura automaticamente parole come ca.zzo, fan.culo, etc etc etc ...
Figa :D
cazzo
Mi spiace Naba ma anche tu arrivi secondo.
Non ricordo quando e da chi ma questo tipo di censura era stata notata e messa in evidenza. Due battute, due prove con paroline giuste e ..... finì lì.
Non ricordo (e non feci caso) se la censura fù ritirata, x ripresentarla dopo un certo tempo, o non subì nessun fermo.
....in dialetto pare non funzioni.....belin, minchia ecc....
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