Nel forum parliamo spesso di cromature, della loro qualità, di come fare a mantenerle brillanti, di come proteggerle eccetera. Poichè pochi di noi conoscono questo processo di rivestimento dei metalli, penso ci aiuterà a capire questo trattato che ho trovato in internet, che spiega professionalmente in che modo si ottengono.
Il bagno di cromo è senza dubbio, fra tutti gli altri utilizzati in galvanostegia, il più semplice, e quello che ha subito meno variazioni da quando, verso il 1920, è entrato nella pratica industriale. Non mancano tuttavia le formule escogitate da numerosi ricercatori al fine di migliorare le condizioni di funzionamento, o di modificare la struttura del deposito di cromo. Il bagno-tipo essendo troppo semplice per essere commercializzato, ciascuno volle avere un suo «bagno speciale».
Si aggiunsero, perciò, all'acido cromico i prodotti più diversi; cosicché si ebbero delle formule contenenti: solfato di cromo acido borico, o borati - acido acetico - acido fluoridrico fluoruro, di cromo fluoruro di sodio - acetato di sodio - bisolfato di sodio sali metallici diversi di ferro, rame, cobalto, nichelio, alluminio, magnesio, cadmio, zinco mercurio, ecc.; senza contare numerosi altri prodotti ossidanti, colloidali, o altri quali permanganato di potassio, acqua ossigenata, pepsina, peptone...
Tralasciamo, poiché quasi tutti i corpi, o prodotti chimici sono stati sperimentati, gli uni per migliorare il potere di penetrazione, gli altri per aumentare il rendimento, o la lucentezza.
Ma poiché noi vogliamo restare qui nel campo pratico, e poiché questi diversi additivi non hanno dato, in realtà, risultati veramente tangibili, oggi fa legge nella quasi totalità delle officine del mondo intero, quello composto d'anidride cromica, o diremo più semplicemente «d'acido cromico» con l'aggiunta di 1% in peso d'acido solforico puro a 66 °B.
La concentrazione in acido cromico può variare entro larghi limiti, da 250 a 400 grammi-litro, circa, ed in corrispondenza l'aggiunta di acido solforico varierà rispettivamente da 2,5 a 4 grammi-litro. Ma tenendo conto delle qualità spesso assai variabili dell'acido cromico del commercio, noi consigliamo di ridurre la dose sopra indicata di acido solforico, sia al momento della formazione d'un bagno nuovo, sia quando si aggiungono quantità importanti di acido cromico in un bagno già funzionante, e ciò per tenere conto della possibile presenza di un eccesso di SO4 nell’acido cromico adoperato.
Sarà sempre possibile ristabilire l'equilibrio, se necessario, con delle piccole aggiunte supplementari di acido solforico, se ciò si giudicherà utile; e noi vedremo Più avanti gli indizi in conosce facilmente l'eccesso, o la insufficienza di acido solforico.
Questi criteri visivi non hanno, evidentemente, la precisione delle cifre date dall'analisi; ma essi indicano la direzione verso la quale ci si deve avviare, ed allora è facile raggiungere per tentativi il rapporto voluto.
Quando si prepara un bagno nuovo, si devono prendere alcune precauzioni, in particolare per la natura dell'acqua; e, senza osare di prescrivere dell'acqua distillata, che tuttavia metterebbe al riparo da certe noie successive, si deve almeno consigliare l'acqua piovana, quando sia possibile.
L’acido cromico può essere disciolto alla concentrazione di 30 Kg. circa per 100 litri «acqua scaldata verso 5 °C., sia nella stessa vasca di cromatura, sia in recipienti di ferro nudo (ben decappato) e quando la quantità totale sarà disciolta, si aggiungerà l’1% di acido solforico (preferibilmente qualità pura da laboratorio).
Si rimescolerà lungamente la massa del bagno, perché la miscela di acidi cromico-solforico sia ben uniforme; il che è necessario, in considerazione della piccola percentuale di quest'ultimo acido rispetto al primo.
Questa operazione di rimescolamento, che ha tuttavia la sua importanza, è troppo spesso trascurata. Ci si accontenta di “tagliare” il liquido con un bastone, con che non si può ottenere la miscela intima ed uniforme dei due elementi; l'acido solforico può non produrre il suo effetto. Di qui la possibilità di errori, il più grave dei quali potrebbe essere una nuova aggiunta di acido solforico, e la conseguente apparizione dei difetti caratteristici di questo eccesso; e ciò semplicemente perché il bagno non era stato rimescolato bene all'inizio.
Questa osservazione si riferisce tanto alla prima formazione di un bagno nuovo quanto alle successive alimentazioni; e per queste ultime si deve segnalare che l'aggiunta di acido cromico non deve essere necessariamente accompagnata da quella di acido, solforico nel rapporto di 1%. Noi consigliamo, al contrario, di aggiungere prima il solo acido cromico, salvo far seguire poi il ritocco della piccola dose di acido solforico.
È infatti possibile che nel corso dell'anno si sia dovuto rettificare il bagno, sia con un'aggiunta di golforico, sia con barite (come vedremo in un capitolo successivo) ed il fatto dell'aggiunta di qualche chilo di acido cromico, obbligando a rimescolare, può riportare in seno al bagno sia dell'acido solforico non ben mescolato in una precedente alimentazione, sia della barite non ben disciolta e giacente al fondo della vasca.
Sarà anche utile trattare un numero piuttosto notevole di oggetti dopo l'aggiunta di acido cromico, e soltanto all'apparizione dei difetti classici rilevanti l'eccesso, o l'insufficienza d'acido solforico, si farà il ritocco giudicato necessario.
Noi dovremo d'altronde riprendere questo argomento allorché arriveremo ai difetti della cromatura.
Per una marcia regolare del bagno che dia il minimo di rischi, il rapporto di 1% fra S04/CrO3 deve essere mantenuto; e se l'esame del deposito, o le condizioni di lavoro del bagno non danno dei segni abbastanza netti per apprezzare che questo rapporto è giusto, occorrerà ricorrere all'analisi per avere una indicazione esatta.
Tuttavia, e anche questo è un punto che sarà esaminato più tardi, ma che deve anche essere segnalato nel presente paragrafo, questo rapporto può variare leggermente, secondo lo stato del bagno.
E' così che in presenza di un forte eccesso, di cromato ci si potrà discostare dal rapporto normale, forzando leggermente la dose di acido solforico; e ciò fino a che non si sarà proceduto alla eliminazione dei cromati.
Questa è tuttavia una pratica da evitare per quanto possibile; poiché dopo questa eliminazione l'eccesso di acido si farà sentire, con le sue conseguenze; e si sarà allora costretti, o a trattare il bagno alla barite, o ad aumentare la concentrazione di acido cromico.
Il cromatore è spesso imbarazzato, sia per la formazione di un bagno nuovo, sia per l'alimentazione d'un bagno esistente, quanto alla migliore concentrazione da dare, o da mantenere. Egli ha ragione di essere indeciso, poiché la concentrazione presa in valore assoluto, senza tener conto di altri fattori, quali: tenore in S04, temperatura, densità di corrente, ecc., non può essere fissata in una cifra nettamente definita.
Si deve tuttavia rammentare che il rendimento catodico aumenta con una riduzione della concentrazione; ma questa conduce allora a lavorare con tensione più elevata. D'altronde se una forte concentrazione allarga la zona del cromo brillante, riduce per contro il potere di penetrazione; fattore di prima importanza che esamineremo in seguito.
Il tenore medio di 250 a 300 g. litro d'acido cromico è generalmente ammesso come il più vantaggioso per l'utilizzazione del bagno di cromo nelle sue applicazioni più correnti.
Si riscontrano frequentemente delle concentrazioni assai più elevate; ma il più sovente ciò avviene in conseguenza dell'abitudine presa di alimentare senza discernimento ogni settimana, o ogni quindicina, anche se il bagno non ha prodotto nei vari periodi lo stesso lavoro.
I trattati specializzati danno delle curve stabilite da numerosi autori stranieri, dove i diversi fattori intervengono per determinare le concentrazioni minime, o massime. Questi studi, per quanto siano utili e interessanti, non sarebbero al loro posto qui, dove la nozione pratica deve predominare; ma se si riassumono le opinioni emesse, per dedurne un insegnamento, si vede ancora che il bagno classico variante fra 250 e 300 g./litro d'acido cromico riunisce generalmente tutti i suffragi.
Alcune di queste curve non tengono conto altro che dell'acido cromico, per dare, secondo la concentrazione in grammi-litro, le densità in gradi Baumé.
naba ti stai preparando per un bagnetto anche per te?
a metà articolo mi sono addormentato....
lodo l'iniziativa di tenerci informati circa il processo di cromatura...
ma come se dice.....se te serve nà cromatura,và da chi la fà,chiedi quanto vuole e quanto tempo ce mette a farla, poi torna a ritirare il pezzo...il resto sò dettagli hihihihi :D
ciau naba
so daccordo co te in parte se non fosse che i dettagli costano e spesso non sono soddisfacenti perche chi li intasca sti dettagli magari non te fa' un lavoro ad ok.
per non contare che co tutta la disoccupazione che c'è in giro qualkuno che c'ha voglia di lavorare ne puo' tirar fuori una professione.
me pare de esse stato un pò frainteso....volevo semplicemente dire,senza offender nessuno,che sapere come si effettua una cromatura, scendendo nei dettagli tecnici, e venir a conoscenza del procedimento galvanico tramite il quale elementi chimici di qualsivoglia natura si fissano all'oggetto rivestendolo di una patina lucida,è sì interessante..ma legger l'articolo postato da nababalao è oltremodo faticoso dato che bisogna tener bene in mente il susseguirsi di dati e nozioni che egli elenca...tutto qui.
che poi ci siano personaggi che effettuano cromature non perfettamente a regola d'arte,è una cosa che ci sarà sempre,come ci saranno sempre quelli che sono maestri del genere di lavorazione richiesta.
i dettagli poi ,rientrano nel discorso che chi fà un altro lavoro,e per passione coltiva la customizzazione della moto,quando cerca un pezzo cromato ,và dal tipo che lo fà,previa ricerca di una ditta seria e che dà affidabilità sul lavoro,gli dà il pezzo,chiede il prezzo, e poi penso non gli interessi come funziona il meccanismo..basta che alla fine del processo abbia indietro il pezzo cromato come desiderato.
che sia una opportunità di lavoro dipende da colui che ha voglia di intraprendere questa professione,e che abbia anche la costanza e la dedizione per farla al meglio.
ciauz
P:S( grande naba...continua così.. :) )
naba mi sembra che sei maniaco del cromo vero????.
Sempre interessante saperne di più, ottimo Naba!
No, io volevo solamente dire che quando si va a far cromare della roba, ti dicono di si tutti e che per farlo costa tanto al pezzo. Tutti garantiscono il lavoro eseguito a regola d'arte. A sentire loro sono dei maghi, invece in realtà non è esattamente così e il perchè è scritto nel trattato. Io ho visto dal vivo immergere in una sola volta centinaia di pezzi più disparati nello stesso bagno. Ora so invece che c'è una bella differenza tra mettere in una vasca oggetti disparati con metalli disparati e altri tutti dello stesso tipo e volume. Quindi nessuno ci assicura la bontà del trattamento perchè a ogni bagno ci vuole la giusta dose chimica e la giusta corrente per l'elettrolisi, ecco perchè si spiega che alcuni pezzi resistono alla ruggine mentre altri no. Da quello che è scritto nel trattato ci sono un sacco di variabili, che vanno dalla bontà dell'acqua alla bontà dei sali di cromo e dalla loro quantità e dal loro discioglimento. Se almeno conoscessimo i principi fondamentali della cromatura per sommi capi, potremmo rivolgerci con sicurezza a un cromatore pretendendo in termini professionali un lavoro ben fatto e non essere presi per fessi come spesso avviene. Con quello che fanno pagare, voglio ben vedere.
Armà, a me piace la cromatura, non lo nego. Quello che mi da fastidio è che a volte siamo convinti di comprare un bel pezzo cromato e pagarlo una barcata di soldi per poi scoprire che dopo due piogge fa ruggine, questo per me è una truffa bella e buona. Io ho comprato accessori Kuryakyn: qualità mediocre. Mapam: qualità mediocre. De Pretto: è meglio che non mi esprimo. Highway Hawks: qualità medio/buona, a seconda dell'articolo. Ho notato che gli accessori di serie sulle HD montate dalla casa hanno una durata molto superiore a quelle delle note case di terze parti. Il perchè è spiegato: prima di tutto è quasi tutto acciaio di ottima qualità e senza dubbio ogni singolo pezzo viene lavorato con procedimento separato dagli altri. Il risultato si vede eccome. Certo che se non si fa manutenzione, anche il buono va in rovina.
...qualcuno mi fa un suntino :D