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Non è facile parlare.
Non è facile scrivere.
Molte volte è il silenzio la più alta forma di rispetto.
Ma oggi noi dobbiamo parlare e scrivere e domani fare.
Anche quando i nostri sensi e la nostre coscienze ci imporrebbero di non fare o dire o scrivere nulla.
Simone Guastini, " il Conte " , non è più tra noi. Ci ha lasciato la notte del 03/06/2009, in un letto di ospedale, vinto da una malattia vigliacca contro la quale ha lottato come e più di un gladiatore, circondato dall'affetto dei famigliari e degli amici. Lotta leale contro un nemico subdolo, silente, che ti prende alle spalle e non ti lascia scampo. Ora abbiamo la certezza che sia finalmente sereno, nella luce, oltre la riduttiva dimensione umana.
Nulla potrà ridare ai famigliari ed amici la presenza fisica di Simone, ma resterà davvero sempre, dentro noi tutti, il suo ricordo; muore giovane chi è caro agli Dei.
Ti sia lieve la terra Simone, un pensiero positivo e di luce, riposa in pace.
Il suo ultimo viaggio Simone lo ha voluto fare in moto, come sempre. Era il 04/06/2009 però vederlo partire ha straziato il cuore a chi gli voleva bene, perché era un viaggio senza ritorno. Un viaggio triste, dopo un tristissimo periodo fatto di camici bianchi, flebo e medicinali. A 36 anni Simone Guastini è morto per un male incurale. Troppo giovane per andarsene così il Conte. Era il soprannome che gli avevano dato quelli del Versilia Chapter, club per gli appassionati dell'Harley Davidson. Gente dura che non si è vergognata di asciugarsi le lacrime e inforcare i manubri argentati per accompagnare per l'ultima volta quel ragazzone tanto gentile.
La malattia è stata lunga e crudele. Si è portata via Simone lentamente, nonostante lui abbia cercato di combattere fino all'ultimo. Si è arreso l'altra notte in un letto dell'ospedale di Massa. Era attorniato dai suoi familiari, dai suoi amici, da quelli che gli volevano bene.
Trentasei anni, mai una parola fuori posto, mai un gesto azzardato. Giusto per far capire che sotto quel giubbotto di pelle c'era un ragazzo d'oro. Impiegato come rappresentante alla Granarolo. Uno di quelli che non si fermava mai davanti a un ostacolo, anzi lo superava con un sorriso. Più o meno come aveva fatto quando gli avevano diagnosticato la malattia. Aveva deciso si reagire, voleva continuare a vivere. Il Conte, come lo chiamavano gli amici del club delle Harley, non aveva sottovalutato la diagnosi. Doveva reagire, perché dovevano reagire gli altri.
Non erano in tanti quelli che sapevano delle sue condizioni di salute. Non voleva dirlo a tutti perché non voleva che cambiasse il modo con cui gli altri lo vedevano. La passione per l'Harley Davidson gli aveva fatto trovare tanti amici e tante amiche. Gilet o giubbotto di pelle, fazzoletti al collo e tanta voglia di avventura. Per un po' di tempo si è occupato anche del sito dell'associazione, poi con la comparsa del male incurabile aveva chiesto di essere sostituito.
I soci del Versilia chapter, con le parole scritte dal presidente Vittorio Cucurnia, lo ricordano «sempre in prima fila, carico di idee, instancabile». Cucurnia aggiunge altre parole toccanti: «Aveva sempre taciuto il vero stato dei suoi problemi di salute, risultando trascinatore nei nostri confronti. Purtroppo il suo destino era però segnato e la malattia, pur contrastata, ha avuto il sopravvento».
Simone viveva in una casa ad Alteta con la mamma Maria. Era un figlio modello, uno che non dà dispiaceri. Si era messo a lavorare appena terminata la scuola. Aveva la passione per la motocicletta e per le Harley ma quando era in strada seguiva il codice alla lettera. Come fanno quasi tutti quelli che viaggiano sulle americane Davidson. Aveva girato parecchio con i suoi amici con il gilet di pelle e gli stemmini giallo oro. Voleva un gran bene alla sua gente e quell'amore era ricambiato. Bastava vedere le facce di quei centauri dietro il suo feretro per capirlo.
Durante i lunghi mesi di malattia Simone aveva pensato anche al suo funerale. Voleva che anche per il suo ultimo viaggio la protagonista fosse la motocicletta. Esperto di Internet, navigando tra i siti aveva scoperto che era possibile. Era il suo ultimo desiderio. È stato accontentato, tra i singhiozzi di chi non voleva che se ne andasse via così presto.
Ciao Simo
Comments
Ciao simo
(12/29/2009, 16:04)R.i.p
CIAO CONTE
(1/2/2010, 13:22)R.I.P PACE
Non ci sono parole....
(1/5/2010, 18:00)Ciao Conte, r.i.p.
CIAO CONTE
(1/6/2010, 23:54)NON TI CONOSCEVO MA DOVEVI ESSERE UN GRANDE
BUON VIAGGIO CONTE
(1/9/2010, 0:46)Perdere una persona cara è sempre un dolore grande ma la vita continua... spero che biker possa stare un pò vicino alla sua mamma. un abbraccio.
Saluti
(1/22/2010, 18:04)Ti saluto con un abbraccio...R.I.P.
ARRIVEDERCI
(1/27/2010, 7:58)Non ci siamo mai conosciuti ma ci incontreremo sicuramente!
Ciao Conte.
(1/31/2010, 23:26)Non ci siamo mai conosciuti, ma non vuol dire nulla.
Mi dispiace.
R.I.P.
Ciao
(2/10/2010, 10:41)Riposati
Non ti ho conosciuto ....
(4/28/2010, 21:32)R.i.p
Peccato nn averti conosciuto
(4/28/2010, 21:40)R.i.p
Old75
(6/10/2010, 4:55)Arrivederci bro biker...r.i.p.
Arrivederci Conte
(8/3/2010, 19:29)Buona strada anche a te...nelle lunghe strade del cielo...
R.I.P.
(2/27/2011, 18:08)Riposa in pace