mi sono stufato di essere BIKER cosi il 31 dicembre ho appeso il gilè con le toppe nell'armadio,dal 2011 sarò solo un OLD FREE come già scritto sul nuovo gilè.
;) comunque sarà sempre un piacere incontrarvi.
Articolo per Freeway Magazine, Dicembre 2004
(non dedicato agli ... "specialisti del settore bikers")
Come la giungla, anche il selvaggio mondo dei bikers è soggetto a regole precise e inderogabili. Anche se, magari, non l'avreste mai detto...
E' vero: sono i contesti che sembrano più liberi e senza regola a rispettare le proprie leggi con più scrupolo. E senza bisogno di vigili urbani.
Ma quali sono le regole del mondo dei motociclisti?
Provate a fare una domanda del genere ad un raduno, in una birreria di bikers o anche solo in un forum specifico su Internet e le risposte, se ci saranno, saranno velate di sarcasmo, quando non di fastidio e aperta reazione verso chi non conosce questo mondo e vi si avventura ingenuamente.
L'ignoranza non è accettata e spesso si paga: a volte con occhiate truci, molte volte con insulti e talvolta rischiando anche le botte. Del resto il mondo biker, come quasi tutti i microcosmi con origini esclusivamente maschili e più vive di miti, di leggende, di tradizioni alle quali ci si deve avvicinare con rispetto e discrezione.
Quando parlo di regole non mi riferisco al salutino quando si incrocia la BMW alla domenica mattina sulla Serravalle: mi riferisco a riti di appartenenza e iniziazione, a simbologie, a precedenze.
Per esempio, forse non sapete che se un bel giorno vi saltasse in mente di attaccarvi sulla schiena una pezza, di inforcare la moto e portare il vostro culo a qualche raduno ... beh, potreste incappare in un bel po' di problemi.
Ma andiamo con ordine e innanzi tutto vediamo di capire: ciò che si porta sulla schiena, nel mondo MC si chiamano "colori" (o per meglio dire back colors o back patch) e nel caso più tipico, si compongono di quattro diverse pezze: quella curva con il nome del club scritto in alto, il logo simbolo del club al centro e più sotto il nome della città dove quella sezione del club ha sede. Anche se è la più piccola, è molto importante la quarta pezza, che riporta la sigla MC e che significa che quel club non è un’associazione di beneficenza, ma un autentico Motorcycle Club.
Le due pezze curve, superiore ed inferiore, si chiamano top rocker e bottom rocker.
Talvolta si incontrano motociclisti che portano solo la parte inferiore dei back colors: in questo caso si tratta di chi sta facendo il suo periodo di prospecting e cioè che si è affiliato ad un MC da cui sta aspettando l’approvazione per poter diventare effettivo.
Tuttavia le regole non scritte del mondo biker prevedono che se si vuole creare un club di motociclisti dotato di back-colors, sia più che raccomandabile rivolgersi al prioritario club MC presente nella città per ottenerne l'approvazione. E questo, anche se il gruppo candidato non ha nulla a che vedere con gli MC nè come filosofia nè tantomeno come colori.
In effetti, la cosa potrebbe parere ingiusta, specialmente alla luce del fatto che la F.M.I. (Federazione Motociclistica Italiana) consente l'omologazione del proprio Moto Club a qualsiasi gruppo di appassionati motociclisti che ne presenti regolare richiesta con statuto e un minimo di struttura; il tutto senza alcun periodo di prova. Ma tant'è: circolano molte storie e talvolta leggende che parlano di risse ai raduni, finite con le pezze strappate dai gilet e allora forse è bene conoscere quali sono le strade da percorrere per evitare questi problemi.
Oltre agli MC, ci sono anche altre organizzazioni che raggruppano motociclisti e di fatto ne certificano l'esistenza, ma andiamo con ordine: verso la metà degli anni ottanta, la comunità motociclistica italiana soffriva di un crescente malcontento nei confronti della F.M.I. che portava alla nascita di gruppi indipendenti e associazioni, come ad esempio le Giacche Blu d'Italia che all'epoca si distinguevano per un gilè di jeans senza maniche da cui derivava il loro nome.
Le Giacche Blu raggruppavano molti Free Groups e oggi molti gruppi ne fanno ancora parte e ciò contribuisce a garantirne lo standing come gruppo.
Non meno attivo è il Patch Club Lombardia (PCL), un'associazione con simili finalità ma caratterizzato da gruppi con regole meno rigide degli MC e i cui colori, all'inizio, si possono indossare solo sul davanti del gilè.
Ma qual'è lo scopo di queste organizzazioni che ricordano un po' le associazioni 'di categoria': il fine dichiarato è quello di evitare che un gruppo di motociclisti scelga per se un simbolo uguale (o pericolosamente simile) a quello di qualche altro gruppo, creando confusione e spesso liti furibonde, ma esiste anche una sorta di controllo sul comportamento e sull'attività dei gruppi, sempre effettuato dal principale gruppo MC della propria zona.
La procedura per creare un gruppo motociclistico o un MC, è lunga e richiede costanza e pazienza. Bisogna prima di tutto individuare il più vicino gruppo MC e presentare loro il proprio progetto. Di solito si tratta di una sezione locale dei big four e cioè di uno dei quattro grandi MC nati tutti tra gli anni 50 e 60 negli Stati Uniti e oggi presenti in quasi tutte le nazioni europee: Hells Angels dalla California, Outlaws dall'Illinois, Bandidos dal Texas e Pagans dalla East Coast. I primi tre sono presenti in Italia con sezioni più o meno grandi e tra loro non corre buon sangue.
Di solito si inizia frequentarne la club house durante le serate aperte a tutti, aiutando alle loro feste o magari dando una mano quando serve. Contemporaneamente si parteciperà ai raduni e si inizierà poco per volta ad organizzarne alcuni da soli, con il patrocinio dell'MC stesso. Questa che sembra un'inutile trafila fatta di ossequi e di rispetti che ricorda un po' il nonnismo della naia, è in realtà il passaporto che garantirà una approvazione del nuovo gruppo, e magari potrà risolvere più di un problema al nuovo gruppo quando inizierà a circolare da solo nel gran mare dei raduni e a girare sulle strade con i propri colori.
Saranno, infatti, le strette di mano e le birre condivise con i veterani in quel periodo di prospecting che faranno si che quando qualche attaccabrighe, sfregandosi le mani dopo il quinto Jack Daniels, chiederà ad alta voce chi cavolo sono questi pivelli che si fanno vedere con questo cavolo di colori che puzzano ancora di ricamo sulle spalle, beh, in quel momento ci sarà qualcun altro che gli metterà una mano sulla spalla e con tono che non ammette repliche gli dirà: - Calma amico, sono ragazzi a posto, noi li conosciamo... -
mi sono stufato di essere BIKER cosi il 31 dicembre ho appeso il gilè con le toppe nell'armadio,dal 2011 sarò solo un OLD FREE come già scritto sul nuovo gilè.
;) comunque sarà sempre un piacere incontrarvi.
che tristezza!!!! :lol:
Io credevo fosse un post sarcastico...ma in fine e' cosi o no??
e comunque uno dei principi biker secondo me e' questo
http://www.youtube.com/watch?v=mccXgzKFt4M
Articolo per Freeway Magazine, Dicembre 2004
(non dedicato agli ... "specialisti del settore bikers")
Come la giungla, anche il selvaggio mondo dei bikers è soggetto a regole precise e inderogabili. Anche se, magari, non l'avreste mai detto...
E' vero: sono i contesti che sembrano più liberi e senza regola a rispettare le proprie leggi con più scrupolo. E senza bisogno di vigili urbani.
Ma quali sono le regole del mondo dei motociclisti?
Provate a fare una domanda del genere ad un raduno, in una birreria di bikers o anche solo in un forum specifico su Internet e le risposte, se ci saranno, saranno velate di sarcasmo, quando non di fastidio e aperta reazione verso chi non conosce questo mondo e vi si avventura ingenuamente.
L'ignoranza non è accettata e spesso si paga: a volte con occhiate truci, molte volte con insulti e talvolta rischiando anche le botte. Del resto il mondo biker, come quasi tutti i microcosmi con origini esclusivamente maschili e più vive di miti, di leggende, di tradizioni alle quali ci si deve avvicinare con rispetto e discrezione.
Quando parlo di regole non mi riferisco al salutino quando si incrocia la BMW alla domenica mattina sulla Serravalle: mi riferisco a riti di appartenenza e iniziazione, a simbologie, a precedenze.
Per esempio, forse non sapete che se un bel giorno vi saltasse in mente di attaccarvi sulla schiena una pezza, di inforcare la moto e portare il vostro culo a qualche raduno ... beh, potreste incappare in un bel po' di problemi.
Ma andiamo con ordine e innanzi tutto vediamo di capire: ciò che si porta sulla schiena, nel mondo MC si chiamano "colori" (o per meglio dire back colors o back patch) e nel caso più tipico, si compongono di quattro diverse pezze: quella curva con il nome del club scritto in alto, il logo simbolo del club al centro e più sotto il nome della città dove quella sezione del club ha sede. Anche se è la più piccola, è molto importante la quarta pezza, che riporta la sigla MC e che significa che quel club non è un’associazione di beneficenza, ma un autentico Motorcycle Club.
Le due pezze curve, superiore ed inferiore, si chiamano top rocker e bottom rocker.
Talvolta si incontrano motociclisti che portano solo la parte inferiore dei back colors: in questo caso si tratta di chi sta facendo il suo periodo di prospecting e cioè che si è affiliato ad un MC da cui sta aspettando l’approvazione per poter diventare effettivo.
Tuttavia le regole non scritte del mondo biker prevedono che se si vuole creare un club di motociclisti dotato di back-colors, sia più che raccomandabile rivolgersi al prioritario club MC presente nella città per ottenerne l'approvazione. E questo, anche se il gruppo candidato non ha nulla a che vedere con gli MC nè come filosofia nè tantomeno come colori.
In effetti, la cosa potrebbe parere ingiusta, specialmente alla luce del fatto che la F.M.I. (Federazione Motociclistica Italiana) consente l'omologazione del proprio Moto Club a qualsiasi gruppo di appassionati motociclisti che ne presenti regolare richiesta con statuto e un minimo di struttura; il tutto senza alcun periodo di prova. Ma tant'è: circolano molte storie e talvolta leggende che parlano di risse ai raduni, finite con le pezze strappate dai gilet e allora forse è bene conoscere quali sono le strade da percorrere per evitare questi problemi.
Oltre agli MC, ci sono anche altre organizzazioni che raggruppano motociclisti e di fatto ne certificano l'esistenza, ma andiamo con ordine: verso la metà degli anni ottanta, la comunità motociclistica italiana soffriva di un crescente malcontento nei confronti della F.M.I. che portava alla nascita di gruppi indipendenti e associazioni, come ad esempio le Giacche Blu d'Italia che all'epoca si distinguevano per un gilè di jeans senza maniche da cui derivava il loro nome.
Le Giacche Blu raggruppavano molti Free Groups e oggi molti gruppi ne fanno ancora parte e ciò contribuisce a garantirne lo standing come gruppo.
Non meno attivo è il Patch Club Lombardia (PCL), un'associazione con simili finalità ma caratterizzato da gruppi con regole meno rigide degli MC e i cui colori, all'inizio, si possono indossare solo sul davanti del gilè.
Ma qual'è lo scopo di queste organizzazioni che ricordano un po' le associazioni 'di categoria': il fine dichiarato è quello di evitare che un gruppo di motociclisti scelga per se un simbolo uguale (o pericolosamente simile) a quello di qualche altro gruppo, creando confusione e spesso liti furibonde, ma esiste anche una sorta di controllo sul comportamento e sull'attività dei gruppi, sempre effettuato dal principale gruppo MC della propria zona.
La procedura per creare un gruppo motociclistico o un MC, è lunga e richiede costanza e pazienza. Bisogna prima di tutto individuare il più vicino gruppo MC e presentare loro il proprio progetto. Di solito si tratta di una sezione locale dei big four e cioè di uno dei quattro grandi MC nati tutti tra gli anni 50 e 60 negli Stati Uniti e oggi presenti in quasi tutte le nazioni europee: Hells Angels dalla California, Outlaws dall'Illinois, Bandidos dal Texas e Pagans dalla East Coast. I primi tre sono presenti in Italia con sezioni più o meno grandi e tra loro non corre buon sangue.
Di solito si inizia frequentarne la club house durante le serate aperte a tutti, aiutando alle loro feste o magari dando una mano quando serve. Contemporaneamente si parteciperà ai raduni e si inizierà poco per volta ad organizzarne alcuni da soli, con il patrocinio dell'MC stesso. Questa che sembra un'inutile trafila fatta di ossequi e di rispetti che ricorda un po' il nonnismo della naia, è in realtà il passaporto che garantirà una approvazione del nuovo gruppo, e magari potrà risolvere più di un problema al nuovo gruppo quando inizierà a circolare da solo nel gran mare dei raduni e a girare sulle strade con i propri colori.
Saranno, infatti, le strette di mano e le birre condivise con i veterani in quel periodo di prospecting che faranno si che quando qualche attaccabrighe, sfregandosi le mani dopo il quinto Jack Daniels, chiederà ad alta voce chi cavolo sono questi pivelli che si fanno vedere con questo cavolo di colori che puzzano ancora di ricamo sulle spalle, beh, in quel momento ci sarà qualcun altro che gli metterà una mano sulla spalla e con tono che non ammette repliche gli dirà: - Calma amico, sono ragazzi a posto, noi li conosciamo... -
meno male che domani è la befana e tutte le feste ......se le porta via....
Finalmente una cosa sensata ;)
Come dico sempre
"un vero biker non si riconosce dalle patch che porta attaccate sul gilet..." ;)
pparker sei un grande!!!!!!!!!!!!!!!!
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